La meccanica delle intemperie

Ombrelli e parasole: evoluzioni e trasformazioni attraverso i brevetti d'invenzione

DOI : 10.54390/modespratiques.1006

Translated from:
La mécanique des intempéries

Outline

Text

«Troppo vento»

«Troppo vento»

«(cx5) SAUK VILLAGE, Illinois, 13 aprile -- TROPPO VENTO -- Nonostante il vento e la pioggia, Wilfred Chapleau III, cinque anni, se ne va a fare la spesa (foto in alto) ieri a Sauk Village nella periferia sud di Chicago. Nella seconda foto, rimane in piedi per terra, ma il suo ombrello si strappa via. Lui lotta, ma gli elementi vincono e nella foto di sotto, torna a casa (AP Wirephoto iwo51400strg)», Fotografia di stampa, 1961.

Collezione Modes pratiques.

Sullo stesso slancio che ha riconosciuto le libertà di parola, di stampa o di culto, la Rivoluzione riconosce a ogni cittadino il diritto di inventare. Abolizione delle corporazioni, rispetto della proprietà privata e riconoscimento dell’iniziativa individuale: la legge del 7 gennaio 1791, relativa alle scoperte utili e ai mezzi per assicurarne la proprietà ai loro autori, apre la strada agli inventori di ogni genere. Ormai è possibile farsi rilasciare un brevetto d’invenzione dopo averne fatto richiesta presso l’amministrazione. Per una durata di 5, 10 o 15 anni a scelta, questo titolo di proprietà garantisce l’esclusività della sua scoperta in cambio della sua divulgazione. Infatti, il rilascio del brevetto è convalidato da una pubblicazione nel Bollettino delle leggi e chiunque può presentarsi alla prefettura del suo dipartimento per consultarne l’elenco.

E a ragione, poiché non si rilasciano brevetti che siano già stati pubblicati in un documento stampato. Analogamente, il Comitato consultivo che esamina le richieste respinge l’invenzione se viene giudicata contraria alla legge, alla morale o all’ordine pubblico. In quei tempi difficili e allo scopo di incitare gli inventori a rimanere sul territorio nazionale, è vietato andare a depositare la domanda di brevetto all’estero dopo averlo già fatto in Francia. Al contrario, allo scopo di stimolare l’industria nazionale, è perfettamente possibile chiedere il rilascio di un brevetto di cui è già stata fatta richiesta all’estero.

Nel corso del XIX secolo, furono rilasciati oltre 330.000 brevetti d’invenzione a partire dalla legge del 1791 e fino al 1901, anno della sua revisione. Tuttavia, le richieste non sono distribuite uniformemente e aumentano in modo esponenziale. passando da qualche decina all’anno, nei primi anni, a più di 2.000 intorno al 1850. La maggior parte dei rilasci avvenne nella seconda metà del secolo e circa la metà tra il 1880 e il 1901.

Ombrelli, ombrelloni e parasole brevettati

Gli oggetti che qui ci interessano, ombrelli e parasole, destinati a proteggerci sia dalle intemperie, che dal caldo o dal sole, sono noti da molto tempo. I brevetti d’invenzione, fonte unica e inedita appena inventariata, offrono l’opportunità di seguirne l’evoluzione o le derive, dalla fine del XVIII fino all’inizio del XX secolo. Composto dall’insieme dei fascicoli originali manoscritti, il fondo patrimoniale dei brevetti d’invenzione oggi è conservato presso l’Istituto nazionale della proprietà industriale francese (INPI). Attualmente, tra i compiti dell’Istituto, vi è il rilascio dei brevetti e anche la registrazione degli altri due titoli di proprietà industriale, ovvero i marchi e i disegni o modelli.

Ogni fascicolo di brevetto è composto da diversi documenti e prevede un titolo. Quest’ultimo è indicato dall’inventore nella sua richiesta indirizzata al ministro dell’Interno al momento del deposito in prefettura. Così, è possibile ritrovare i termini ombrello, ombrellone o parasole, visto che questi tre oggetti sono caratterizzati da una modalità di costruzione simile, anche se gli ombrelloni e i parasole non sono necessariamente impermeabili, proteggendo solo dal sole. Anche se, in certi casi, si specifica ombrellone “da giardino” o “da spiaggia” e quindi il termine designa senza alcun dubbio il nostro ombrellone moderno; in altri casi, invece, si avvicina al termine di parasole, come nel sistema di ombrelloni da tasca reversibili per pescatori, turisti, bagnanti, cocchieri, ecc., sistema detto parasole-Cappello1 o ancora ombrellone da tasca detto anti-apoplettico2. I termini di pensilina, en-cas (o encas) o ancora en-tout-cas sono più rari. Il termine ombrellino – che designa un ombrellino piatto, con una lunga asta, utilizzato durante le processioni per riparare il Santissimo Sacramento, il Papa o gli alti dignitari della Chiesa – si trova tre volte. Quello di riparo dalla luce e di paracqua, una volta sola.

Letti e covoni

Il termine ombrello è utilizzato anche per una migliore comprensione dell’invenzione che può non avere niente in comune con l’oggetto stesso. In particolare, si può ricordare la famosa invenzione del letto-ombrello, lettino di ferro portatile, che si piega come un ombrello, realizzato nel 1809 da Marie-Jean Desouches per Napoleone 1°, di cui è il fabbro del deposito mobili 3. Perlomeno, il titolo di questo brevetto dimostra che all’inizio del XIX secolo, l’ombrello pieghevole o ripiegabile è conosciuto e fa già parte dell’immaginario collettivo e dei gesti quotidiani. Allo stesso modo, l’ombrello agricolo destinato a coprire i covoni di grano, fieno, ecc. non ha nessun rapporto con l’ombrello, ma l’idea di protezione contro la pioggia viene subito in mente, esprimendo con una sola parola ciò di sui si tratta4. Il termine è utilizzato anche nel caso di modifiche destinate all’abbigliamento. Ovviamente, si tratta di abiti che proteggono dalla pioggia: vestito ombrello o ombrello cappotto. Ma anche e principalmente di acconciature e copricapi: ombrello-acconciatura, cappello ombrello, cappellino ombrello, cappello-ombrello-ombrellino, cappello-ombrello-ombrellone, ecc. Copricapo unisex o da donna: forma di cappello da signora che si piega a piacimento, detto cappello-ombrellino annuncia un brevetto del 18685. Si noti che questi brevetti sono per la maggior parte presentati da cappellai, fabbricanti di cappellini oppure da una modista, nel caso dell’ultimo brevetto.

Anche gli oggetti legati agli ombrelli e ai parasole sono molto rappresentati: i portaombrelli o tutti i sistemi che permettono di appenderli o reggerli, a seconda del luogo in cui sono utilizzati. Questi brevetti sono molto vari: anelli, pinze, ecc. che si fissano a tavoli, sedie e altro, destinati ad agganciare gli ombrelli e i parasole e anche a farli reggere da soli senza dover utilizzare le mani. Alcuni sistemi permettono persino di farli reggere da soli mentre si utilizzano, senza tenerli in mano. Altre innovazioni riguardano i mobili, i supporti per riporli o sorreggerli, diversi dai portaombrelli. Per gli ombrelli, vi sono numerosi sistemi destinati ad evitare le pozzanghere d’acqua una volta chiusi: apparecchio detto bevi-acqua destinato ad evitare le pozzanghere d’acqua causate dagli ombrelli bagnati una volta chiusi e riposti. Alcune invenzioni sono il risultato dello sviluppo dei trasporti nel corso del XIX secolo e soprattutto negli ultimi decenni del secolo. Le vetture trainate da cavalli si perfezionano, così come la bicicletta e poi il treno, mentre l’automobile fa la sua prima apparizione. Di conseguenza, le protezioni dei viaggiatori dai rischi climatici si adattano e si specializzano, come l’ombrello da omnibus (1863)6 o l’ombrello-ombrellino da bicicletta (1896)7. Una decina di brevetti sono depositati alla fine del XIX secolo per cicli, tricicli e biciclette, sui quali vengono montati ombrelli o ombrellini. Gli altri riguardano in generale qualsiasi tipo di veicolo. Le innovazioni concernono la modalità di fissaggio, spesso rotativa o inclinabile per rimediare ai problemi causati dalla velocità: nuovo supporto per ombrellini destinati ad essere disposti sopra i veicoli che avanzano a grande velocità, annuncia un brevetto del 18988. Ma anche a causa del vento che accompagna le intemperie: ombrello, detto ombrello da vento, che si allunga e si inclina a piacimento9. Si noti che erano già in uso gli ombrellini per le carrozzelle dei bambini: modalità di applicazione speciale, alle carrozzelle per bambini, dell’ombrellino parigino per signora brevettato nel 186610.

Ombrello per grondaia.

Ombrello per grondaia.

Brevetto d’importazione di 5 anni depositato il 14.12.1809 da Antoine François Berte, mercante a Parigi, per un’ombrello per grondaia.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BA534

Ombrello-ventaglio e reciprocamente ventaglio-ombrello

Ombrello-ventaglio e reciprocamente ventaglio-ombrello

Brevetto d’invenzione di 15 anni depositato il 04.08.1852 da BELLOCHE, produttore di ventagli, a Parigi (4, Rue Sainte-Apolline), per un ombrello-ventaglio e reciprocamente ventaglio-ombrello.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB14187

Nuova combinazione di un seggiolino pieghevole con un ombrello, un ombrellone o parasole

Nuova combinazione di un seggiolino pieghevole con un ombrello, un ombrellone o parasole

Brevetto d’invenzione di 15 anni depositato il 13.07.1882 da Henry-Frederick Beaumont rappresentato da Emile Barrault, a Parigi (17, Boulevard Saint-Martin) per una nuova combinazione di un seggiolino pieghevole con un ombrello, un ombrellone o parasole.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB150101

1.500 brevetti d’invenzione

Dopo aver riunito l’insieme di questi brevetti, la ricerca evidenzia quasi 1.500 fascicoli, su un totale di circa 330.000, che riguardano direttamente o indirettamente gli ombrelli o i parasole e la loro fabbricazione, il che è tutt’altro che trascurabile per questo tipo di settore. Circa un terzo dei titoli dei brevetti indica una modifica o un perfezionamento, apportato sia all’oggetto stesso, sia alla sua fabbricazione, senza che sia possibile capirne i dettagli. Bisogna perciò fare riferimento alla specifica descrittiva dell’invenzione per conoscere i processi di fabbricazione utilizzati. Molti riguardano i pezzi che compongono un ombrello o un parasole. In questi titoli troviamo il lessico che serve a designare i diversi componenti: collare, montante, asta, forcella, bacchetta, molla di arresto, doppianoce, struttura, stecca, copertura, fodero, impugnatura, boccola.

Solo un piccolo numero di fascicoli riguarda le invenzioni delle macchine destinate alla produzione di ombrelli e parasole. Non esiste, all’epoca come ai giorni nostri, una macchina che possa fabbricare interamente un ombrello o un parasole, che richiedono mestieri molto diversi, dalla metallurgia alla sartoria. Poco numerosi e indirettamente legati a questi articoli, tali brevetti sono tuttavia interessanti per misurare il livello e la tipologia di apparecchiature e di utensili necessari: tornio per fabbricare i manici, maglio per batterli, matrice per gli occhielli. I termini di apparecchi o di macchine, come la macchina scanalatrice, piegatrice, da taglio, etc., compaiono circa 20 volte. Ma molti industriali sognano la fabbricazione automatica: un segno dei tempi.

Madreperla, piume e alluminio

I titoli dei brevetti non citano i nomi dei materiali «classici» con i quali sono stati costruiti gli ombrelli o i parasole, come il legno, il giunco, i fanoni di balena, i diversi metalli e tessuti. Ancora una volta, bisogna fare riferimento ai fascicoli. Tuttavia, alcuni titoli indicano l’impiego di materiali di qualità, costosi o rari: merletto, piume, fiori artificiali; semi-preziosi o anche preziosi: avorio, madreperla, pietre e vetri di diversi colori, perle rotonde o ovali, lamine d’oro e d’argento e polvere di bronzo. Inoltre, l’impiego di tali materiali richiede un certo savoir-faire tecnico: intarsio, fabbricazione di oggetti di tartaruga, di pelle di bufalo, di corno e di gelatina, astucceria, pelletteria, impiallacciatura in avorio, tecnica di decalcomania. Una cura particolare è riservata alle finiture degli oggetti, come questa applicazione di un finto bordino sui bastoni da passeggio, i manici delle fruste, i parasole e i frustini, tramite il decalco, la calcografia, la pittura e la litografia11.

Parallelamente, vengono introdotti nuovi materiali, come l’alluminio: applicazione dell’alluminio alle strutture degli ombrelli12. La scoperta della vulcanizzazione nel 1850 permette l’impiego industriale della gomma: applicazione di stoffe […] rese impermeabili grazie all’impiego della gomma o in altro modo, alla copertura di ombrelli, parasole e en-cas13. Da notare che quest’ultimo brevetto del 1882 è stato depositato dalla Società dei grandi magazzini Printemps, che si posiziona in questo caso da fabbricante innovatore e non da rivenditore di prodotti finiti come ci si aspetterebbe. La celluloide, un tipo d’imitazione dell’avorio elaborata intorno al 1850, fa la sua apparizione: molle di arresto e collari in celluloide per ombrelli, parasole e en-cas14. Alcuni pezzi sono sostituiti da altri, più facili da procurarsi o da utilizzare, forse meno onerosi e più resistenti: tipo di finte stecche in ferro, adatte a sostituire le stecche di balena nelle strutture degli ombrelli15. Il termine baleine è stato conservato in francese per indicare le stecche di balena che si utilizzavano all’epoca. Nel 1899 un brevetto cita persino il cuscinetto a sfera. Malgrado sia stato brevettato in Inghilterra nel 1794, il cuscinetto a sfera è ancora poco diffuso, fatta eccezione per l’industria automobilistica o la costruzione di biciclette. Sarà veramente sviluppato solo a partire dal XX secolo: ombrello montato su cuscinetti a sfere che ruotano grazie all’azione dell’aria16.

Fabbricato con materiali costosi o a volte innovativi, che richiedono una certa tecnica per essere impiegati in modo consono, l’ombrello o il parasole non è un oggetto a buon mercato. Riservato a una clientela ristretta, è un prodotto di valore che dovrebbe veicolare un’immagine di lusso e di eleganza. Il parasole non è forse pensato per preservare un colorito pallido al fine di differenziarsi dalle classi inferiori dalla pelle naturalmente scura?

Dalla campagna alla città

Una breve ricerca porta alla luce che nel periodo di pieno sviluppo dell’ombrello, la sua industria si concentra a Parigi ma anche nel Cantal e più precisamente a Aurillac, la capitale del dipartimento. D’inverno, i numerosi venditori ambulanti ritornano al loro paese per riparare gli ombrelli. Alcuni aprono un negozio o una fabbrica. Eppure, se l’82% dei richiedenti ha eletto il proprio domicilio a Parigi, nessun indirizzo menziona Aurillac o il Cantal. Non ci sono inventori in Alvernia?

Invece, emerge che l’11,5% degli indirizzi è a Lione. Dopo Parigi, Lione si posiziona nettamente in testa nella lista degli indirizzi indicati sui fascicoli dei brevetti. Ciò è dovuto in parte ai brevetti Revel. Creata nel 1851, questa ditta si specializza nella confezione di ombrelli fino al periodo tra le due guerre mondiali e deposita 34 brevetti dal 1881 al 1901 a nome di Revel padre e figlio. A giudicare dalle tracce disponibili, relative ai brevetti del settore degli ombrelli, si tratterebbe della più antica azienda specializzata. Numerosi depositi di marchi, conservati sempre all’INPI dal 1857, testimoniano anch’essi l’importanza di questa ditta.

Parallelamente, appare qualche nome di società non specializzate. Innanzitutto francesi, come Peugeot et Compagnie, conosciuta nel XIX secolo per la varietà della sua produzione. La società deposita diversi brevetti tra cui nel 1871 un perfezionamento apportato all’assemblaggio delle forcelle sulle aste di ombrelli, en-cas, o parasole in generale17. Si possono citare altre società francesi o anche straniere, come la società belga Vlaminx et Blondieau o l’austriaca Bruder-Wuster, ma i loro depositi di brevetti non sono significativi.

Per il resto, la localizzazione dei brevetti è sparpagliata in tutta la Francia, senza concentrazioni locali o regionali particolari. Tuttavia, è innegabile che gli inventori sono in maggioranza dei cittadini e che registrano i loro brevetti in qualità di persone fisiche. Citiamone qualcuno da questa massa anonima. Oltre a Marie-Jean Desouches, il fabbro del deposito mobili menzionato prima, troviamo Jean-Baptiste Marcadée, anche lui identificato grazie alla sua professione di fabbricante di ombrelli e fornitore di sua S. M. la regina dei Francesi, che deposita un brevetto per un ombrello a doppianoce girevole e molla orientabile in ogni direzione18. Antoine Gibus, inventore che conta già numerosi brevetti per il gibus o chapeau claque, registra un brevetto per un bastone-ombrello19. Molti brevetti riguardano il modo in cui gli ombrelli occupano lo spazio urbano e in particolare gli appartamenti. Ad esempio, François-Étienne Calla, industriale e fonditore di oggetti d’arte, nel 1824 realizza un mobile destinato agli ombrelli bagnati20. Quanto a Jean-Baptiste-André Godin, celebre fonditore di stufe economiche, che si autodefinisce manifatturiere, registra un sistema di costruzione dei portaombrelli e dei porta pale e pinze21. Questi ultimi due esempi dimostrano che tali oggetti sono onnipresenti nella vita quotidiana – soprattutto urbana – del XIX secolo.

Conoscenze e competenze

In 556 fascicoli di brevetti, ossia il 40% del totale, è indicata la professione. Questa informazione permette di descrivere, per quasi la metà dei brevetti, l’ambiente professionale nel quale si sviluppano gli inventori. Per oltre la metà (55%) si tratta effettivamente di fabbricanti di ombrelli, ombrelloni o parasole, o di tutti e tre. Costruiscono tutti i pezzi che li compongono, solo una parte, o li assemblano solamente? Per rispondere sarebbe necessario ancora una volta esaminare meglio ciascuna invenzione. Molte altre professioni ci danno più dettagli. Esiste all’epoca, come in quasi tutti gli altri settori industriali, una rete di operai specializzati, che fabbricano soltanto un pezzo o una parte del prodotto finito. Canestraio di giunchi, fabbricante di bambù per ombrelli, fabbricante di stecche, fabbricante delle estremità delle stecche e di anelli di ombrelli, fabbricante di forcelle di ombrelli, fabbricante di forcelle e bacchette in acciaio puro per ombrelli e parasole, fabbricante di forniture per ombrelli e parasole, fabbricante di nappe per ombrelli e parasole, fabbricante di aste, fabbricante di strutture, fabbricante di strutture metalliche, fabbricante di tenoni d’ombrello, fabbricante di impugnature o ancora tornitore di stecche di balena e tornitore in rame per forniture di ombrelli: fanno tutti parte di una branca qualificata di questo settore. Gli altri aggiustatori di ombrelli e operai di ombrelli possono a volte trovarsi tra questi o alla fine della catena di produzione.

Il settore si rivolge anche ad altre professioni, anch’esse specializzate, ma le cui conoscenze e competenze non si limitano a quest’unico campo: gioielliere, fabbricante di oggetti decorativi, cesellatore, concessionario di articoli di seta, fabbricante d’acciaio, fabbricante di articoli di passamaneria, fabbricante di gomma, fabbricante di articoli di seta, fabbricante di tessuto in crine, fabbricante di tulle, fabbricante doratore, fabbricante-stipettaio, incisore, incisore di metalli, fabbricante di passamaneria, scultore d’avorio, soffiatore del vetro e smaltista, stipettaio e tornitore stipettaio, tappezziere e infine trafilatore; tante professioni che sottolineano il fatto che gli ombrelli e i parasole sono degli «articoli di Parigi», in altre parole degli accessori di moda.

I rivenditori, specializzati o no, non sono da meno, dimostrando un particolare interesse per l’innovazione e lo sviluppo dei prodotti che commercializzano: commerciante di ombrelli, negoziante di ombrelli, concessionari, commercianti in generale o commercianti di novità.

Ombrello con serbatoio d’acqua

Ombrello con serbatoio d’acqua

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB191879.

Bastoni e ombrelli di salvataggio

Bastoni e ombrelli di salvataggio

Brevetto d’invenzione di 15 anni depositato il 30.10.1888 da François Onésime Andrieu e Ernest-Isidore Leriche, Parigi (36, rue Saint-Sébastien) per bastoni e ombrelli di salvataggio.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB193813.

Pieghevole, portatile, trasportabile e automatico

Se l’ombrello e il parasole pieghevoli sono già noti all’inizio del XIX secolo, e probabilmente anche prima, ciò non toglie che per tutto il secolo gli inventori abbiano continuato a perfezionarli al fine di ridurne l’ingombro e permettere ai loro utilizzatori di trasportarli dappertutto o quasi. Lo sviluppo dei trasporti pubblici, gli omnibus trainati da cavalli e poi la metropolitana, in particolare a Parigi, richiedono accessori sempre più pieghevoli e ridotti. In quest’ottica vengono quindi brevettati numerosi sistemi: i titoli di circa 200 fascicoli contengono il termine piegabile o pieghevole. Troviamo anche il termine riducibile: ombrello, parasole o en-cas riducibili (1892)22 o anche sistema di ombrelli riducibili o da tasca (1873)23. Un movimento generalizzato nella società urbana – divani-letto, letti pieghevoli… – come nel mondo dei viaggi – sedia pieghevole, tende… – che cerca di portarsi dietro le comodità.

Allo stesso modo, i sistemi di apertura e chiusura automatici sono brevettati a dozzine: ombrello-portafoglio che si apre da solo e, una volta chiuso, dimezza la sua lunghezza (1864)24, ombrello [...] che si apre e si chiude con un dito della stessa mano che lo impugna (1877)25, sistema che serve a chiudere con una sola mano e a tenere chiusi gli ombrelli e i parasole (1877)26. Sembrerebbe quindi che gli ombrelli o i parasole fabbricati nel XIX secolo disponessero già di tutte le innovazioni tecniche che caratterizzano i nostri ombrelli all’ultimo grido: molle e cerniere rendono l’accessorio quasi magico e il suo utilizzo senza sforzo per mantenere una certa eleganza.

‟Para-acquazzone” perfezionato

‟Para-acquazzone” perfezionato

Brevetto d’invenzione n°105965 depositato il 07.12.1874 da Nicolas-Louis Renard rappresentato da Benoît Delorme, ingegnere civile, Lyon (14, rue Ferrandière, Rhône) per un ‟para-acquazzone” perfezionato.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB105965

Un ombrello non serve per una pioggia sola

L’ombrello oggi è diventato impersonale, si presta, si perde, si ricompra. Tutto al contrario di quello che succedeva nel XIX secolo. Fabbricato con materiali costosi, da manodopera qualificata, si può supporre che avesse un prezzo abbastanza elevato e, di conseguenza, che fosse riservato alle classi superiori. Si può inoltre supporre che avendo un certo valore, i proprietari gli riservassero un’attenzione particolare. Questi oggetti sono quindi molto più personali di oggi e, in caso di perdita, si spera che vengano restituiti: migliorie al fine di indicare il proprietario di un ombrello, di un parasole, di un bastone da passeggio, ecc. per evitare di perdere questi oggetti (1894)27. Da qui, l’insuccesso dei vari tentativi di affittare gli ombrelli a Parigi nelle tabaccherie, sia negli anni 1860 che 187028. Invece, l’Ufficio degli oggetti smarriti, creato nel 1804 dalla Prefettura di polizia di Parigi – poi diffuso in tutte le città – nel corso del secolo è pieno zeppo di ombrelli, dimenticati sui trasporti pubblici, nelle chiese, nei ristoranti e nei bar. Le statistiche parlano chiaro: nel 1865 i soli agenti della compagnia degli omnibus di Parigi hanno raccolto 17.452 oggetti smarriti, tra cui principalmente portafogli, bastoni da passeggio, ombrelli e libri liturgici29.

Trattandosi di oggetti di valore, persino ambiti, vengono depositati altri brevetti per impedire eventuali furti: serratura portatile o lucchetto perfezionato per legare gli ombrelli e altri articoli simili (1900)30. Si può anche dare l’allarme in caso di furto con l’applicazione di una sirena a piastra vibrante alla serratura o chiusura di porte e al manico di bastoni da passeggio e ombrelli (1889)31. In questo caso, un dispositivo a fischio ha lo scopo di spaventare con un rumore insolito e inquietante e di arrestare così il ladro sul fatto che sta per commettere, permettendo grazie a questo rumore di allertare i vicini e i passanti nei dintorni. Le numerose combinazioni di ombrelli associati ad armi danno invece l’occasione di difendersi in caso di furto o persino dai brutti incontri: pistola-revolver-pugnale che si può dissimulare sia in un bastone da passeggio ordinario, sia nel manico di un ombrello (1884)32, diffusore di liquido principalmente utilizzabile come arma difensiva, che può essere costruito a forma di bastone da passeggio, asta di ombrello, ecc. (1894)33. E se il nostro borghese venisse importunato da qualche malevolo Apache, non c’è niente di meglio del sistema di armi difensive detto flagello indiano, applicabile a bastoni da passeggio, ombrelli, mazze, ecc. (1870)34.

Ma, in quanto oggetto costoso e ambito, si può considerare l’ombrello, o il parasole, tra i segni di distinzione sociale del XIX secolo? In ogni caso, sono oggetti in bella vista: nel secolo della pubblicità, tra le categorie socio-professionali di un certo livello, rappresentano a tutti gli effetti dei supporti pubblicitari. A tale proposito, troviamo oltre una decina di fascicoli: ombrello-pubblicità (1893)35, metodo di pubblicità con l’ombrello-réclame (1876)36, tipo di ombrelloni, parasole e paraluce con annunci-réclame, ecc. (1873)37, tutte invenzioni che trasformano il passante in uomo sandwich.

«Nuovo ombrello…», Honoré Daumier, 1839-1842.

«Nuovo ombrello…», Honoré Daumier, 1839-1842.

«Nuovo ombrello, da Brevetto d’invenzione, molle perfezionate, con una meravigliose facilità di apertura»

Émotions parisiennes / Collezione Modes pratiques.

Funzionalità

L’ombrello e il parasole evolvono in funzione delle novità tecniche o dei materiali impiegati per la loro costruzione. Molti inventori modificano inoltre la loro funzione iniziale. Tali oggetti diventano allora degli accessori multifunzionali. Alla protezione contro la pioggia o il sole si aggiungono e si combinano altre applicazioni, dalle più semplici ed evidenti alle più complicate e insolite. Queste novità fanno nascere oggetti ibridi che sembrano destinati ad ovviare a qualsiasi eventualità, dovunque e in qualsiasi circostanza. In questo caso, i brevetti più numerosi sono quelli che trasformano gli ombrelli o i parasole in bastoni da passeggio e viceversa: 126 brevetti riguardano questa modificazione. Stessa cosa per gli ombrelli e i parasole che diventano ventagli e viceversa. Si aggiungono anche tutti i tipi di necessaire, per signore, per fumatori, ecc. Sembra che ce ne siano per tutti i gusti: applicazione di un portacipria nel pomello di ombrelli, en-cas, parasole, ombrelloni, bastoni da passeggio, ecc. (1896)38, migliorie nella costruzione di bastoni da passeggio, ombrelli e oggetti analoghi per custodire sigari e sigarette (1887)39, portafiammiferi, specchietti, orologi, fotografie e qualsiasi altro oggetto di piccole dimensioni che può essere custodito nel pomello di bastoni da passeggio, ombrelli, parasole, frustini, ecc. (1874)40.

Portabili e trasportabili per eccellenza, il manico, pomello o impugnatura dell’ombrello o del parasole è la parte che concentra tutte le trasformazioni, in qualsiasi campo: illuminazione, ottica, orologiera. Ecco qui di seguito alcuni di questi brevetti: dispositivo di illuminazione automatico per pomelli o impugnature di bastoni da passeggio, ombrelli e altri oggetti simili (1891)41, occhiali adatti alle impugnature dei bastoni da passeggio o ai manici d’ombrello (1901)42, ombrello a bastone con cannocchiale (1812)43, metodo di applicazione di un orologio alle impugnature di ombrelli, parasole, bastoni da passeggio, ecc. (1887)44.

Dopo l’invenzione della fotografia, la sua divulgazione e la miniaturizzazione degli apparecchi a partire dalla fine del XIX secolo conquisteranno l’attenzione degli inventori. Tre brevetti sono registrati nel 1891 e 1893 per inserire una camera fotografica nei manici: impugnatura del manico contenente un apparecchio fotografico, applicabile a bastoni da passeggio, parasole, ombrelli45. Un altro brevetto dello stesso periodo trasforma un ombrello in monopiede fotografico46.

Se nel XIX secolo il profumo resta un prodotto di lusso, i progressi della chimica e la scoperta delle molecole di sintesi ne semplificano, ampliano e aumentano la produzione. Il profumo diventa allora un elemento indispensabile della toilette femminile e i fabbricanti integrano dei contenitori nelle impugnature: impugnatura con flacone di sali o profumo per parasole e ombrelli (1874)47, impugnatura di parasole porta flacone (1878)48.

Alcuni brevetti vogliono trasformare l’ombrello per un impiego fuori città come nel caso della caccia: ombrello pieghevole per la caccia il cui manico è stato appositamente studiato per potersi infilare nella canna del fucile. Così Il fucile, portato in spalla, protegge il cacciatore mentre cammina (1899)49. Un altro ombrello cittadino viene brevettato per la campagna: sistema di ombrello per pittori (1882), per le occasioni in cui gli Impressionisti escono dagli atelier o i pittori amatoriali si avventurano durante le escursioni50. Nello stesso anno viene brevettato un sistema di cavalletto di campagna per pittori, con fascetta di bloccaggio a vite, che permette di montarlo su un bastone da passeggio, un ombrello o un bastone, ecc. (1882)51. Tra le tante, alcune invenzioni curiose: un ombrello riscaldante (1872)52, un ombrello calendario (1881)53, un bastone-ombrello con farmacia da viaggio (1898)54 e l’indispensabile ombrello cavatappi estrattore (1887)55. Logicamente è anche una questione di meteorologia: come nel caso dell’ombrello parlante che indica se farà bel tempo o cattivo tempo grazie all’introduzione di un igrometro nel manico (1882)56.

Un solo brevetto tenta infine di combinare diversi sistemi: bastone-ombrello-spada-revolver e cannocchiale (1880)57. Se il contenuto dei fascicoli mostra che queste invenzioni sono teoricamente realizzabili, non c’è alcuna prova che siano state messe in pratica. Alcuni fascicoli ne fanno dubitare… Come nel caso di quello dedicato all’ombrello di salvataggio con galleggiante e rampino (1888)58. Altri sono intriganti: ombrello a ventosa (1865)59, ombrello eccentrico (1857)60, tipo di bouquet magico che può formare un ventaglio, un parasole e un cappello (1874)61, applicazione della magnetizzazione o forza magnetica a ombrelli, parasole, en-cas, ombrelloni, ecc. (1881)62, o ancora parasole e ombrelli luminosi (1881)63.

Che cosa c’è oggi di più banale e impersonale di un ombrello, un oggetto diventato di largo consumo per non dire un prodotto gettabile? Quanto ai parasole, la loro utilizzazione è ormai un ricordo lontano associato ai viali soleggiati dei giardini alla francese... Ma non è stato sempre così. Poiché facendo appello a materiali di qualità, la fabbricazione di questi oggetti ha richiesto nel XIX secolo molteplici competenze e ha monopolizzato una manodopera qualificata. Erano quindi destinati a una clientela agiata. Dopo la Rivoluzione, l’ombrello, così come il bastone da passeggio, è visto come il segno distintivo del borghese e in particolare di chi vive di rendita.

I loro fabbricanti, considerando i depositi dei brevetti d’invenzione, sono in maggioranza parigini o perlomeno cittadini. Forse per poter essere in contatto con la loro clientela? Probabilmente anche a contatto con le novità, che li incoraggiano a provare nuovi materiali o metodi di esecuzione più moderni, anche se la trasportabilità di questi oggetti spinge qualche inventore a introdurre migliorie più o meno stravaganti e incoerenti.

L’apparizione delle macchine porta alla meccanizzazione progressiva della produzione e al contempo l’oggetto evolve verso la sua versione definitiva, quella che conosciamo oggi. Si vedono così emergere aziende capaci di realizzare una produzione specializzata, sia di singoli pezzi che di prodotti finiti, allo scopo di poter proporre oggetti meno costosi a una clientela più ampia.

L’esempio di questa ricerca illustra la sostituzione di un artigianato con un’industria e la trasformazione di un oggetto di lusso in bene di largo consumo. Ma il fondo patrimoniale dei brevetti d’invenzione depositati nel XIX secolo non rappresenta soltanto una fonte supplementare della storia delle tecniche, ma è un passaggio obbligato per chi vuole cogliere l’evoluzione di una società attraversata da un nuovo rapporto con gli oggetti industriali e dal desiderio crescente dei cittadini di scongiurare i rischi meteorologici.

Ombrello in una strada parigina, novembre 2018

Ombrello in una strada parigina, novembre 2018

© Manuel Charpy

1 INPI, dossier 1BB154812, 1883.

2 INPI, dossier 1BB104085, 1874.

3 INPI, dossier 1BA1922, 1809.

4 INPI, dossier 1BB20703, 1854.

5 INPI, dossier 1BB79248, 1868.

6 INPI, dossier 1BB58391, 1863.

7 INPI, dossier 1BB262117, 1896.

8 INPI, dossier 1BB280716, 1898.

9 INPI, dossier 1BB1335, 1845.

10 INPI, dossier 1BB73279, 1866.

11 INPI, dossier 1BB14512, 1852.

12 INPI, dossier 1BB240063, 1894.

13 INPI, dossier 1BB147574, 1882.

14 INPI, dossier 1BB260304, 1896.

15 INPI, dossier 1BB311, 1844.

16 INPI, dossier 1BB289838, 1899.

17 INPI, Dossier 1BB91843, 1871.

18 Dossier 1BB9841, 1841.

19 Dossier 1BB10089, 1842.

20 Dossier 1BA693, 1824.

21 Dossier 1BB128909, 1879.

22 Dossier 1BB219296, 1892.

23 Dossier 1BB98014, 1873.

24 Dossier 1BB64930, 1864.

25 Dossier 1BB119958, 1877.

26 Dossier 1BB120748, 1877.

27 Dossier 1BB243197, 1894.

28 Ali Coffignon, Paris-vivant : les coulisses de la mode, Parigi, Librairie illustrée, 1888, p. 225.

29 Paul Huguet, Bon Voyage ou, l’art de voyager au point de vue de l’utilité, de l’agrément, de l’économie, de la santé, etc., Parigi, Felix Girard

30 Dossier 1BB298120, 1900.

31 Dossier 1BB202406, 1889.

32 Dossier 1BB166180, 1884.

33 Dossier 1BB242818, 1894.

34 Dossier 1BB91347, 1870.

35 Dossier 1BB227499, 1893.

36 Dossier 1BB114759, 1876.

37 Dossier 1BB99325, 1873.

38 Dossier 1BB256506, 1896.

39 Dossier 1BB183848, 1887.

40 Dossier 1BB104183, 1874.

41 Dossier 1BB215349, 1891.

42 Dossier 1BB307550, 1901.

43 Dossier 1BA668, 1812.

44 Dossier 1BB185238, 1887.

45 Dossier 1BB216418, 1891.

46 Dossier n°228544, 1893.

47 Dossier 1BB103868, 1874.

48 Dossier 1BB126670, 1878.

49 Dossier 1BB293082, 1899.

50 Dossier 1BB152095, 1882.

51 Dossier 1BB149100, 1882.

52 Dossier 1BB96575, 1872.

53 Dossier 1BB143428, 1881.

54 Dossier 1BB278384, 1898.

55 Dossier 1BB183871, 1887.

56 Dossier 1BB152883, 1882.

57 Dossier 1BB135300, 1880.

58 Dossier 1BB193813, 1888.

59 Dossier 1BB66622, 1865.

60 Dossier 1BB34323, 1857.

61 Dossier 1BB104585, 1874.

62 Dossier 1BB140595, 1881.

63 Dossier 1BB146131, 1881.

Notes

1 INPI, dossier 1BB154812, 1883.

2 INPI, dossier 1BB104085, 1874.

3 INPI, dossier 1BA1922, 1809.

4 INPI, dossier 1BB20703, 1854.

5 INPI, dossier 1BB79248, 1868.

6 INPI, dossier 1BB58391, 1863.

7 INPI, dossier 1BB262117, 1896.

8 INPI, dossier 1BB280716, 1898.

9 INPI, dossier 1BB1335, 1845.

10 INPI, dossier 1BB73279, 1866.

11 INPI, dossier 1BB14512, 1852.

12 INPI, dossier 1BB240063, 1894.

13 INPI, dossier 1BB147574, 1882.

14 INPI, dossier 1BB260304, 1896.

15 INPI, dossier 1BB311, 1844.

16 INPI, dossier 1BB289838, 1899.

17 INPI, Dossier 1BB91843, 1871.

18 Dossier 1BB9841, 1841.

19 Dossier 1BB10089, 1842.

20 Dossier 1BA693, 1824.

21 Dossier 1BB128909, 1879.

22 Dossier 1BB219296, 1892.

23 Dossier 1BB98014, 1873.

24 Dossier 1BB64930, 1864.

25 Dossier 1BB119958, 1877.

26 Dossier 1BB120748, 1877.

27 Dossier 1BB243197, 1894.

28 Ali Coffignon, Paris-vivant : les coulisses de la mode, Parigi, Librairie illustrée, 1888, p. 225.

29 Paul Huguet, Bon Voyage ou, l’art de voyager au point de vue de l’utilité, de l’agrément, de l’économie, de la santé, etc., Parigi, Felix Girard, 1867, p. 322.

30 Dossier 1BB298120, 1900.

31 Dossier 1BB202406, 1889.

32 Dossier 1BB166180, 1884.

33 Dossier 1BB242818, 1894.

34 Dossier 1BB91347, 1870.

35 Dossier 1BB227499, 1893.

36 Dossier 1BB114759, 1876.

37 Dossier 1BB99325, 1873.

38 Dossier 1BB256506, 1896.

39 Dossier 1BB183848, 1887.

40 Dossier 1BB104183, 1874.

41 Dossier 1BB215349, 1891.

42 Dossier 1BB307550, 1901.

43 Dossier 1BA668, 1812.

44 Dossier 1BB185238, 1887.

45 Dossier 1BB216418, 1891.

46 Dossier n°228544, 1893.

47 Dossier 1BB103868, 1874.

48 Dossier 1BB126670, 1878.

49 Dossier 1BB293082, 1899.

50 Dossier 1BB152095, 1882.

51 Dossier 1BB149100, 1882.

52 Dossier 1BB96575, 1872.

53 Dossier 1BB143428, 1881.

54 Dossier 1BB278384, 1898.

55 Dossier 1BB183871, 1887.

56 Dossier 1BB152883, 1882.

57 Dossier 1BB135300, 1880.

58 Dossier 1BB193813, 1888.

59 Dossier 1BB66622, 1865.

60 Dossier 1BB34323, 1857.

61 Dossier 1BB104585, 1874.

62 Dossier 1BB140595, 1881.

63 Dossier 1BB146131, 1881.

Illustrations

«Troppo vento»

«Troppo vento»

«(cx5) SAUK VILLAGE, Illinois, 13 aprile -- TROPPO VENTO -- Nonostante il vento e la pioggia, Wilfred Chapleau III, cinque anni, se ne va a fare la spesa (foto in alto) ieri a Sauk Village nella periferia sud di Chicago. Nella seconda foto, rimane in piedi per terra, ma il suo ombrello si strappa via. Lui lotta, ma gli elementi vincono e nella foto di sotto, torna a casa (AP Wirephoto iwo51400strg)», Fotografia di stampa, 1961.

Collezione Modes pratiques.

Ombrello per grondaia.

Ombrello per grondaia.

Brevetto d’importazione di 5 anni depositato il 14.12.1809 da Antoine François Berte, mercante a Parigi, per un’ombrello per grondaia.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BA534

Ombrello-ventaglio e reciprocamente ventaglio-ombrello

Ombrello-ventaglio e reciprocamente ventaglio-ombrello

Brevetto d’invenzione di 15 anni depositato il 04.08.1852 da BELLOCHE, produttore di ventagli, a Parigi (4, Rue Sainte-Apolline), per un ombrello-ventaglio e reciprocamente ventaglio-ombrello.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB14187

Nuova combinazione di un seggiolino pieghevole con un ombrello, un ombrellone o parasole

Nuova combinazione di un seggiolino pieghevole con un ombrello, un ombrellone o parasole

Brevetto d’invenzione di 15 anni depositato il 13.07.1882 da Henry-Frederick Beaumont rappresentato da Emile Barrault, a Parigi (17, Boulevard Saint-Martin) per una nuova combinazione di un seggiolino pieghevole con un ombrello, un ombrellone o parasole.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB150101

Ombrello con serbatoio d’acqua

Ombrello con serbatoio d’acqua

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB191879.

Bastoni e ombrelli di salvataggio

Bastoni e ombrelli di salvataggio

Brevetto d’invenzione di 15 anni depositato il 30.10.1888 da François Onésime Andrieu e Ernest-Isidore Leriche, Parigi (36, rue Saint-Sébastien) per bastoni e ombrelli di salvataggio.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB193813.

‟Para-acquazzone” perfezionato

‟Para-acquazzone” perfezionato

Brevetto d’invenzione n°105965 depositato il 07.12.1874 da Nicolas-Louis Renard rappresentato da Benoît Delorme, ingegnere civile, Lyon (14, rue Ferrandière, Rhône) per un ‟para-acquazzone” perfezionato.

Courbevoie (Hauts-de-Seine), archive INPI, 1BB105965

«Nuovo ombrello…», Honoré Daumier, 1839-1842.

«Nuovo ombrello…», Honoré Daumier, 1839-1842.

«Nuovo ombrello, da Brevetto d’invenzione, molle perfezionate, con una meravigliose facilità di apertura»

Émotions parisiennes / Collezione Modes pratiques.

Ombrello in una strada parigina, novembre 2018

Ombrello in una strada parigina, novembre 2018

© Manuel Charpy

References

Electronic reference

Steeve Gallizia, « La meccanica delle intemperie », Modes pratiques [Online],  | 2020, Online since 14 February 2025, connection on 21 April 2025. URL : https://devisu.inha.fr/modespratiques/1006

Author

Steeve Gallizia

By this author

Translators

Monica Messina

Giulia Bonali

Copyright

La revue Modes Pratiques est mise à disposition selon les termes de la licence Creative Commons Attribution - Pas d'utilisation commerciale - Pas de Modification 4.0 International